OFI Lazio: “Bene Regione su Linee strategiche di implementazione della Rete Regionale delle Malattie Rare”
Servadio: “Sui percorsi di cura in fisioterapia c’è però ancora molto da fare”
ROMA 15 ott. – Dal 9 al 12 ottobre il Palazzo dei Congressi di Firenze ha ospitato il XXVII Congresso Nazionale del Collegio Reumatologi Italiani (Crei). Temi principali del convegno la Reumatologia a 360° e la Salute Globale affrontate secondo l’approccio One Health. All’evento ha preso parte anche la Presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti del Lazio, Annamaria Servadio, che si è soffermata sul tema ‘Accessibilità ed equità di accesso alle cure fisioterapiche e riabilitative nel Lazio per le malattie rare’.
“A Firenze- racconta all’agenzia Dire la numero uno di OFI Lazio– è stata posta attenzione sullo stato dell’arte delle malattie rare, nelle quali sono ricomprese alcune patologie reumatiche. La Regione Lazio conferma la sua attrattività legata ai Centri di riferimento, soprattutto per i pazienti provenienti dalle Regioni del Sud Italia, con una percentuale considerevole sul totale dei soggetti in carico”.
“Nel Lazio- prosegue la Presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti più grande di Italia– vi sono Centri che costituiscono una realtà di riferimento nazionale per numerose e diverse malattie rare. Il puntuale recepimento da parte della nostra Regione del Piano nazionale delle malattie rare e l’aggiornamento della rete, anche alla luce del DM77, permette di programmare l’offerta assistenziale nei setting più appropriati, con un particolare impegno a promuovere e strutturare percorsi integrati ospedale-territorio“.
“È altresì vero- sottolinea ancora Servadio- che nell’ambito dell’accesso alle cure riabilitative, ed in particolare fisioterapiche, c’è ancora molto da fare ed i percorsi di cura, laddove esistenti, devono garantire maggior continuità e accesso precoce“.
“Altra criticità- tiene poi a precisare la dottoressa Servadio- è la formazione specialistica degli operatori, aspetto cruciale per garantire la qualità degli interventi: ogni patologia rara, infatti, racchiude in sé un concentrato di variabili tale da necessitare un approccio più che specialistico, che non può prescindere da interventi mirati anche da un punto di vista fisioterapico e riabilitativo”.
“Il Lazio, dunque, può fare di più e meglio– evidenzia- rafforzando quei percorsi di fisioterapia esistenti e creando percorsi super-specialistici dove non ancora previsti. È evidente che il tema dell’accessibilità e dell’equità sia legato anche alla formazione dei professionisti dedicati, sono ancora troppi pochi nel Lazio i fisioterapisti impegnati in questi percorsi, soprattutto su quelli altamente complessi e iper-specifici”.
SERVADIO: “IN ITALIA REGISTRIAMO OGNI ANNO 19MILA NUOVE DIAGNOSI DI MALATTIA RARA”
“Solo in Italia– ricorda poi la presidente dell’OFI Lazio- registriamo ogni anno circa 19mila nuove diagnosi di malattia rara, un dato allarmante soprattutto perché le diagnosi sulle malattie rare, crescono insieme ai progressi della ricerca”.
L’inserimento delle associazioni nel Piano Nazionale delle Malattie Rare facilita certamente la presa in carico dei malati e le loro esigenze in un approccio olistico che mette al centro il paziente ed i suoi familiari. È indubbio che la pandemia abbia rallentato questo processo, che ora si sta lentamente riattivando. “Adesso- conclude Annamaria Servadio- sulla piattaforma Salute Lazio sono in corso di aggiornamento tutti i Pdta delle differenti patologie, affidati e coordinati dai vari Centri di riferimento con la regia della Regione. La Regione Lazio sta ricostruendo e raggiornando la rete, ma nel campo della fisioterapia c’è ancora tanto lavoro da fare“.